La democrazia, per molti, rappresenta un pilastro fondamentale della società moderna. Tuttavia, osservando i recenti sviluppi politici in diverse parti del mondo, emerge una riflessione critica sul suo ruolo e la sua efficacia, specialmente nei confronti delle fasce più deboli della popolazione.
L’ascesa della destra in Italia, negli Stati Uniti con Trump e in Germania, così come in altri Paesi, suggerisce un fenomeno globale di insoddisfazione e disillusione verso i sistemi democratici tradizionali. Questo porta a una constatazione amara: la democrazia, pensata per garantire equità e giustizia, può trasformarsi in un vincolo per i più deboli. Mentre i grandi capitalisti hanno compreso che il capitalismo può prosperare anche senza la democrazia, chi è meno abbiente si trova schiavo di regole che, invece di emanciparlo, sembrano intrappolarlo ulteriormente.
Nel corso del tempo, è diventato evidente come le disuguaglianze economiche possano influenzare la capacità di beneficiare della democrazia. I ricchi riescono a navigare il sistema con facilità, sfruttandone i meccanismi a proprio vantaggio, mentre chi vive in condizioni di difficoltà economica si trova spesso schiacciato dalle regole stesse che dovrebbero tutelarlo. Una famiglia con una casa di proprietà e un buon stipendio può vivere serenamente entro i limiti della democrazia. Al contrario, chi fatica a pagare le bollette è penalizzato: non solo perde l’accesso a beni essenziali come luce e gas, ma si vede anche negata la possibilità di accedere all’istruzione e alla cultura, pilastri fondamentali per il progresso individuale e collettivo.
La democrazia ha indubbiamente portato progressi significativi, come le tutele per i lavoratori, ma ha anche consentito l’esistenza di situazioni ingiuste. Gli imprenditori più spregiudicati riescono, attraverso scappatoie legali, a sottopagare i lavoratori, con salari che spesso non superano i 2-4 euro l’ora. Questo dimostra come la democrazia, pur avendo istituito principi fondamentali, non sia riuscita ad evolversi al passo con le trasformazioni del mondo moderno e delle tecnologie, lasciando spazio a disuguaglianze sempre più evidenti.
Il Movimento 5 Stelle, nato con ideali di libertà e partecipazione, rappresenta un esempio emblematico di come anche i movimenti originariamente innovativi possano gradualmente irrigidirsi. L’aumento delle regole interne e l’allontanamento dai principi iniziali fanno percepire una crescente distanza tra i cittadini e le istituzioni, anche quelle più vicine agli ideali di cambiamento.
In definitiva, la democrazia sembra aver fallito nell’adattarsi alle sfide contemporanee, lasciando spazio a un capitalismo che non ha bisogno di essa per prosperare. Questo sistema, che avrebbe dovuto garantire uguaglianza e giustizia, spesso finisce per accentuare le disparità. Serve un ripensamento profondo per rendere la democrazia davvero inclusiva e capace di rispondere alle esigenze di tutti, specialmente dei più vulnerabili.