Respinta la mozione che chiedeva l’adesione al RE.A.DY
L’Italia è uno dei pochi paesi dell’Occidente che ancora non ha legalmente riconosciuto i diritti degli individui LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender). Di conseguenza, è ancora possibile trovare discriminazioni, pregiudizi e violenza a sfondo omofobico nella nostra società.
Un passo indietro a rimuovere tali pregiudizi è stato compiuto, lo scorso 13 febbraio dal consiglio comunale di Rivoli(maggioranza di destra Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia), quando la tale maggioranza ha respinto una mozione presentata dal Movimento 5 Stelle, che chiedeva l’adesione del Comune di Rivoli alla RE.A.DY (Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni per Orientamento Sessuale e Identità di Genere). La RE.A.DY ha l’obiettivo di individuare e diffondere politiche di inclusione sociale a contrasto dell’omofobia.
La decisione del Consiglio Comunale di Rivoli ha suscitato diverse reazioni, in senso negativo. D’altro canto, molti altri hanno espresso la loro delusione per questa decisione, che va a minare le necessarie politiche di inclusione sociale.
È chiaro che la strada per raggiungere la parità civile e la fine dell’omofobia è ancora lunga. Le istituzioni devono essere rispettose del dettato costituzionale e non devono invocarlo a proprio vantaggio. Inoltre, sono necessarie maggiori iniziative da parte delle istituzioni per promuovere l’inclusione sociale e contrastare l’omofobia.
È quindi necessario che le istituzioni e i rappresentanti politici, a tutti i livelli, prendano posizioni chiare contro l’omofobia e a favore della parità civile. Solo così l’Italia potrà raggiungere la parità civile e l’inclusione sociale di tutti i suoi cittadini, indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere.
Cos’è il RE.A.DY
RE.A.DY è una rete di pubbliche amministrazioni che si occupa di contrastare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere¹. La rete nasce nel 2006 a Torino e offre uno spazio di condivisione e interscambio di buone prassi tra le amministrazioni aderenti². Per aderire alla rete, bisogna sottoscrivere una Carta di Intenti che definisce gli impegni e gli ambiti di intervento³.
Gli impegni e gli ambiti di intervento sono definiti nella Carta di Intenti della RE.A.DY⁴, che è il documento costitutivo della rete. Tra gli impegni ci sono: promuovere una cultura del rispetto e della valorizzazione delle differenze; garantire la tutela dei diritti umani delle persone LGBT; favorire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone LGBT; contrastare le discriminazioni e le violenze per orientamento sessuale e identità di genere; sostenere le associazioni LGBT presenti sul territorio. Tra gli ambiti di intervento ci sono: la formazione del personale pubblico; la comunicazione istituzionale; i servizi sociali e sanitari; le politiche giovanili e scolastiche; le politiche culturali e sportive.
Le amministrazioni fondatrici della rete RE.A.DY sono dodici¹. Sono: la Città di Torino, la Città di Roma, la Regione Piemonte, la Regione Emilia-Romagna, la Provincia di Torino, la Provincia di Bologna, il Comune di Bologna, il Comune di Genova, il Comune di Milano, il Comune di Napoli, il Comune di Palermo e il Comune di Venezia¹.