Il quotidiano “IL TEMPO” intervista Giuseppe Conte
ENERGIA, L’UNIONE EUROPEA ABBIA CORAGGIO
Qui di seguito il testo integrale della mia intervista a “Il Mattino” di Napoli
Presidente Conte, Napoli toglie e Napoli dà: da un lato la sospensione della sua leadership arrivata proprio dal tribunale partenopeo, dall’altra ogni volta che arriva qui è acclamato in strada come forse accadeva solo a Silvio Berlusconi. Città fatale?
«Con Napoli è stato amore a prima vista. Oltre a far visita a Don Patriciello dopo il vile attentato, nei prossimi giorni sarò anche a Castellammare, Comune sciolto per mafia, perché a quella comunità dobbiamo dare il segno di una prospettiva diversa da quella prefigurata dall’abbraccio mortifero della camorra».
Con il voto di venerdì che ha confermato la sua leadership sono stati risolti tutti i problemi giuridici sollevati dal tribunale?
«Noi rispettiamo i provvedimenti giudiziari, ma la vita e l’azione di una comunità politica non può essere affidata ai tribunali e, soprattutto, agli ostacoli di chi intende i ricorsi come strumento per rallentare la nostra azione».
È deluso che abbia votato solo un terzo degli iscritti?
«No, è anche normale visto che ci si esprimeva su un tema già sottoposto al voto nei mesi scorsi. Quel quorum è nella norma se guardiamo alle elezioni del passato, è invece da sottolineare che oltre il 90% abbia votato a favore, un dato che mi ha colpito».
Diceva di volere un bagno di democrazia, ma c’era solo un candidato: lei. Non è un controsenso?
«La vita politica di un leader è sempre affidata ai risultati che si portano ed in qualsiasi forza politica la leadership è sempre contendibile. Non mi sembra che la nostra comunità metta in discussione la mia guida, anzi sono subissato da continue attestazioni di affetto».
È stato con il presidente Fico e il sindaco Manfredi in piazza a Napoli per manifestare contro il conflitto in Ucraina ma non si sono visti i cosiddetti “dimaiani”, ad esempio la capogruppo in Regione, Valeria Ciarambino. Avrebbe auspicato che Di Maio si candidasse contro di lei per sfidarla?
«Il Movimento 5 Stelle, per statuto, non ha e non deve avere correnti. Io non voglio che si parli di “contiani” e allo stesso modo non voglio sentir parlare di correnti, conta soltanto la determinazione di ciascuno e di tutti verso gli obiettivi da raggiungere. Se questa determinazione c’è il Movimento avrà sempre un orizzonte di azione».
Si è scritto più volte di un suo partito personale, qualcuno ha azzardato anche il nome, “Con-Te”. Lo esclude?
«Sin da quando ho lasciato Palazzo Chigi ho avuto tantissime sollecitazioni per costituire un partito politico che facesse riferimento direttamente a me e, ammetto, che ciò accade ancora. Se ho scelto un percorso diverso è perché ritengo di dover mettere da parte un egoistico ritorno personale per puntare invece a qualcosa di più ampio. Rilanciare l’azione del Movimento è utile per l’intero sistema italiano perché significa rafforzare l’azione politica di una forza che negli ultimi lustri è stata elemento di forte innovazione e contribuito ad alzare l’asticella anche degli altri partiti».
Nel suo Movimento c’è stato qualche singolo distinguo. Secondo lei è giusto che l’Italia invii armi in Ucraina?
«Anche il M5s ha condiviso questo sostegno esteso non solo al campo economico e umanitario, ma anche militare. Una decisione che, ovviamente, non è stata presa a cuor leggero. Se condividiamo il principio di autodeterminazione del popolo ucraino bisogna anche conseguentemente ammettere che c’è un diritto alla difesa legittima. E questo diritto va sostenuto».
Sul caro energia vi state scagliando contro la possibilità di ricorrere all’energia nucleare e alle centrali a carbone. Ma allora come si può far calare i costi che i cittadini già stanno pagando a caro prezzo?
«Per affrontare questa emergenza abbiamo lanciato l’idea di un Energy Recovery Fund a cui adesso il Consiglio europeo e la Commissione stanno lavorando, ci auguriamo che la montagna non partorisca un topolino. Serve ricorrere al debito pubblico comune, risorse ingenti, stoccaggi comuni, piani di acquisto condivisi e massicci investimenti nelle fonti rinnovabili. Sul piano interno stiamo sollecitando il governo ad assumere un progetto strutturato che guardi al futuro. Non sono una soluzione le centrali a carbone o vecchi strumenti tecnologici. Dobbiamo invece investire oggi – e dovevamo farlo già ieri – nelle rinnovabili. Le dotazioni finanziarie che arriveranno dall’Europa e quelle che riusciremo a creare al nostro interno dovranno essere impiegate tutte nell’energia pulita. Siamo consapevoli che il gas sarà ancora l’elemento di transizione da utilizzare e per questo ben vengano rinforzi di forniture alternative rispetto al gas russo».
Che effetto le ha fatto vedere ciò che è accaduto a Salvini in Polonia?
«Non mi piace commentare iniziative fatte da altri, anzi ne approfitto per scacciare via le polemiche e per sottolineare come io stesso abbia promosso un confronto con gli altri leader subito a caldo e, con un giro di telefonate, ho voluto sincerarmi che sulla ferma condanna di questa aggressione militare si fosse tutti sulla stessa linea. Così è stato e sono soddisfatto di questo risultato».
Qui l’intervista nella pagina Facebook di Conte
ENERGIA, L’UNIONE EUROPEA ABBIA CORAGGIO Qui di seguito il testo integrale della mia intervista a “Il Mattino” di…
Pubblicato da Giuseppe Conte su Domenica 13 marzo 2022