Oggi ha comunicato ufficialmente le sue dimissioni dall’Associazione Rousseau
Pietro Dettori
Post su FB delle sue dimissioni da Rousseau
Oggi ho comunicato ufficialmente le mie dimissioni dall’Associazione Rousseau. È stata un’esperienza durata cinque anni, di cui due da dipendente a Milano e gli ultimi tre da socio mentre continuavo la mia attività professionale a Roma. I cinque anni precedenti ho lavorato alla Casaleggio Associati, a supporto di Gianroberto e Beppe, tra il computer alla scrivania e l’iPad sul camper, tra l’ufficio e i palchi. Il primo colloquio in via Morone, dieci anni fa, lo feci con Davide Casaleggio. Si può quindi dire che è la prima persona che ha creduto in me e che mi ha dato un’opportunità.
Per questo, e per tante altre cose, gli sono sempre stato e gli sarò sempre riconoscente. La stima e l’affetto nei suoi confronti sono immutati. Gli ultimi mesi sono stati difficili e la conclusione delle vicende, tutt’altro che indolore, è nota a tutti. La strada che ho scelto io è diversa. Perché io nel MoVimento ci credo ancora. Chi mi conosce sa che con il MoVimento ho un rapporto quasi carnale. D’altronde quel tipo di lavoro, se non c’è la passione a sostenerti, non lo reggi.Nel futuro del MoVimento ci credo innanzitutto perché mi fido di Beppe Grillo. Beppe è il nostro garante e nei momenti più critici della nostra storia è sempre stato lucido, a dispetto di chi lo etichetta solo come un pazzo visionario. Ha indicato un orizzonte (il 2050) e una persona (Giuseppe Conte) per il rilancio del MoVimento. Io non posso che fidarmi e invito chi in questo sogno ci crede ancora e chi ora tentenna, a fare altrettanto. Non so cosa ci riserva il futuro. Non so quali saranno le nostre prossime battaglie. Non so cosa il MoVimento politicamente deve o non deve fare.
Di questo si discuterà nei modi e nei tempi opportuni e potrò dire la mia, assieme a migliaia di persone, in qualità di iscritto. Quello che so è che dobbiamo ritornare a essere una comunità di persone che si vogliono bene, in cui la fiducia è alla base dei rapporti personali, politici e professionali. Il momento di passaggio che stiamo vivendo è travagliato, doloroso, lacerante. Non è la prima volta però che affrontiamo un momento così. Ricordate quando ci presentammo alle politiche nel 2013? Molti pensavano che fosse contro i principi del MoVimento entrare in Parlamento e tanti li perdemmo. E quando Beppe si proclamò capo politico per rispettare la norma elettorale? Apriti cielo! E quando cambiammo lo statuto nel 2017? Anche lì si parlò di fine del MoVimento “originale”. Oggi tanti la vivono così e gli scontri e le incomprensioni, al nostro interno, sono all’ordine del giorno. Dobbiamo guardare oltre. Il modo migliore per farlo è lasciarci alle spalle i rancori. Per lungo tempo abbiamo usato il “vaffanculo” come parola taumaturgica. Oggi dobbiamo usare il “grazie”.
Dobbiamo essere grati per quello che abbiamo realizzato e per le possibilità che ancora oggi abbiamo. E per questo dobbiamo ringraziare tutti quelli che hanno fatto parte della nostra storia, in un modo o nell’altro. Grazie a tutte le migliaia di attivisti, iscritti, consiglieri che da anni continuano a lavorare ognuno secondo le proprie possibilità: chi in comune, sul posto di lavoro, ai banchetti al freddo o in marcia sotto il sole. Nonostante le difficoltà, le incomprensioni, gli insulti, gli errori non avete mai mollato. Grazie a ognuno di voi. Grazie a chi ha dato vita a questo sogno e ci permette di continuare a sognare. Grazie Gianroberto, grazie Beppe. Grazie a chi ci ha portato a percentuali incredibili e ci ha guidato al governo per ottenere vittorie storiche. Grazie Luigi. Grazie a chi ora sta lavorando per darci una nuova prospettiva. Grazie Giuseppe. Grazie a tutti quelli che da anni continuano a lavorare a tutti i livelli, in prima linea e dietro le quinte, e ci permettono di essere quel che siamo. E qui l’elenco sarebbe infinito. Grazie a chi ha fatto un pezzo di strada con noi e ora ha scelto legittimamente un altro percorso. Grazie Davide e grazie Ale. È un esercizio da fare. Così, col cuore sgombro dal rancore e colmo di gratitudine per quel che è stato, che è e che sarà, potremo guardare al futuro. Perché il MoVimento 5 Stelle è come una fenice. Ogni volta che muore rinasce dalle proprie ceneri. E anche questa volta, con l’impegno di tutti, sarà così.