Il Presidente senza cravatta ieri ha festeggiato 86 anni.
Il Presidente senza cravatta, da giovane aveva combattuto contro la dittatura: faceva parte del gruppo dei Tupamaros che cercava di difendere i diritti dei lavoratori e si opponeva al regime dei militari. Fu ferito diverse volte, e diverse volte fu arrestato come prigioniero politico. Riuscì anche ad evadere, ma nel 1972 fu arrestato di nuovo e condannato da un tribunale militare. Recluso senza diritti, nel momento in cui l’Uruguay viveva i tempi bui del colpo di Stato, rimase per ben 12 anni in carcere, anzi in una cella sotterranea, in completo isolamento, sotto la minaccia costante di fucilazione nel caso di azioni di guerriglia da parte dei Tupamaros in libertà.Solo nel 1985, con il ritorno alla democrazia, Mujica fu liberato.
Ha sempre tenuto la sua vecchia auto
Si è sempre rifiutato di vendere la sua vecchia auto nonostante offerte cospicue.
Nonostante la lunga detenzione, le torture subite, l’isolamento forzato, Mujica tornò a impegnarsi in politica, facendosi eleggere deputato nel 1994 e senatore nel 1999, fino a diventare Presidente dell’Uruguay nel 2010.Appena eletto, Mujica, il Presidente più povero del mondo, ha deciso di donare il 90% del suo stipendio ai bisognosi e a organizzazioni non governative. Invece di percepire l’equivalente di 8000 euro, si è accontentato di uno stipendio di 800 euro al mese, non ha voluto trasferirsi nel palazzo presidenziale, è rimasto nella sua fattoria alla periferia di Montevideo, e ha continuato a guidare la sua vecchia auto.
Durante il suo mandato presidenziale si è speso per i diritti dei più deboli, per un ritorno dell’etica nella politica, per un consumo eco sostenibile delle risorse.“Sembra che siamo nati solo per consumare e, se non possiamo più farlo, soffriamo la povertà. Ma nella vita è più importante il tempo che possiamo dedicare a ciò che ci piace, ai nostri affetti e alla nostra libertà. E non quello in cui siamo costretti a guadagnare sempre di più per consumare sempre di più”.Per essere coerente con i suoi principi non ha voluto ricandidarsi alla presidenza della repubblica, pur continuando la sua attività politica come senatore. Ma un anno fa ha rinunciato anche al suo stipendio da senatore, perché “considerando le assenze che sarò costretto a fare per via della mia età e la minaccia del virus, accettarlo sarebbe come rubare i soldi allo Stato, cioè, al mio paese.
”E sempre in linea con la sua etica, nell’ottobre scorso ha annunciato il ritiro definitivo dalla politica. Ha 85 anni, è malato, sa che non potrebbe dedicarsi come prima alla politica, e poi ha dichiarato: “Amo la politica, ma ancora di più la vita. E devo gestire bene i minuti che mi rimangono”. Ma anche se non è più in prima linea, Mujica continua a interessarsi alla vita politica, rilascia spesso dichiarazioni, e continua a perorare le sue cause. Noi possiamo solo augurargli ancora tanta energia e tanta voglia di continuare a lottare e magari provare a seguire uno dei suoi consigli:“Io consumo il necessario ma non accetto lo spreco. Perché quando compro qualcosa non la compro con i soldi, ma con il tempo della mia vita che è servito per guadagnarli. E il tempo della vita è un bene nei confronti del quale bisogna essere avari. Bisogna conservarlo per le cose che ci piacciono e ci motivano. Questo tempo per se stessi io lo chiamo libertà. E se vuoi essere libero devi essere sobrio nei consumi.”
Il pensiero politico
Mujica sostiene che a guidare la vita di ciascuno debba essere il principio della sobrietà