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Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia

17 maggio 2021

l’occasione per ribadire il rifiuto assoluto di ogni forma di discriminazione e di intolleranza

Istituita nel 2007 dall’Unione Europea per condannare le discriminazioni che ancora moltissime persone sono costrette a subire sulla base del loro orientamento sessuale, il 17 maggio di ogni anno si celebra la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. La data è simbolica, perché fu proprio il 17 maggio del 1990 che l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, eliminò l’omosessualità dall’elenco delle malattie mentali, anche se ci vollero ancora quattro anni affinché la decisione divenisse operativa, con la successiva edizione del Dsm (Diagnostic and statistical manual of mental disorders), approvato nel 1994.

La giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia è di stimolo alla riflessione ma anche all’azione: dobbiamo adottare tutte le iniziative utili a realizzare l’efficace quadro dei principi scolpiti nella nostra Costituzione. Il fondamentale principio di uguaglianza, previsto all’articolo 3, rimane “carta straccia” se non trova riscontro nelle nostre strade, nelle nostre case, nelle nostre discussioni e nei nostri atteggiamenti quotidiani. Il Ddl Zan è un passo avanti in questa direzione, per contrastare più efficacemente ogni forma di discriminazione. È triste constatare che in Italia ci sia bisogno di dover approvare una legge per porre un freno a odio, violenze e atti discriminatori collegati all’orientamento sessuale. Ma purtroppo abbiamo questa urgenza, e sulla tutela piena ed effettiva dei diritti e delle libertà fondamentali della persona non possiamo permetterci nessun rinvio. Dobbiamo anzi accelerare questo percorso, prefigurando varie azioni positive a cui il Movimento 5 Stelle ha lavorato intensamente. È bene però dirci francamente che non basterà una legge ad arginare pregiudizi, intimidazioni e discriminazioni di vario tipo. Sarà l’impegno di ognuno di noi a marcare la differenza. Solo un ampio e condiviso processo culturale ci permetterà di riconoscere nell’“altro” non un diverso, ma un partecipe della nostra medesima umanità. È questa la strada giusta per affermare il diritto di ogni essere umano “ad essere se stesso”.

Dal post di Giuseppe Conte

Qui il post sulla pagina di Giuseppe Conte

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